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L'uomo è un essere di senso; il senso per l'uomo è essenziale non tanto perché senza senso egli "non può" vivere, ma perché è ciò senza cui egli non "vuole vivere". L'essenzialità del "bisogno di senso" deriva proprio dal fatto che è proprio tale bisogno a sostanziare come umano ogni altro ulteriore bisogno e desiderio. Nell'ambito di queste constatazioni fenomenologiche la coscienza intenziona di senso i vari vissuti con una "presa di posizione" vera nota personale dell'individualità - in cui la stessa coscienza non solo si vive ma diventa protagonista dei propri atti. L'esercizio della "presa di posizione" attraverso il significativo e non significativo per me fa emergere il mondo dei valori, che induce la coscienza ad aprirsi interiormente ad essi per realizzarsi. Il conosciuto si dà come bene o come male? Ecco la responsabilità della propria progettualità. L'atto di cogliere e la presa di posizione risultano quindi reciproci: la rappresentazione del mondo significa vedere le cose attraverso la dimensione assiologica, indispensabile per evitare l'assurdità dell'assenza di senso.